Finestre chiuse, serrande abbassate; qualche pendolare che torna più tardi degli altri, un cane che abbaia chiuso fuori, una quieta indifferenza e la paura dell’ennesima rapina in qualche villetta.
Al momento è così che si presenta Pavona di sera, ma ci piace credere che questa sia una veste temporanea, non la sua identità.
Sulla pagina Facebook di Pavona si accavallano solo divisioni: italiani contro stranieri, pavonensi di lungo corso (“doc”) contro nuovi arrivati, lato Albano contro lato Castel Gandolfo, divisioni politiche e di partito.
Pavona sembra davvero un non-luogo, troppo piccolo per essere un comune, troppo dimesso per avere servizi validi, troppo poco importante per avanzare pretese.
Che altro ci si potrebbe aspettare da Pavona se non essere un dormitorio intorno alla stazione?
Da Pavona niente. Da chi vi abita molto di più.
Ma per poter stare bene insieme ci vogliono tante cose, alcune stanno ai Comuni, al Governo, molte altre a chi abita: basterebbe ogni tanto scegliere di fare due passi a piedi, di vedersi di sera in piazza per scambiare due chiacchiere, di dire “sì” a un cineforum o di scegliere la pizzeria sotto casa (chiamatela a “km 0” se vi suona meglio!)Ogni luogo, che sia una Capitale o una cittadina sperduta, altro non è che l’insieme dei desideri, dei ritmi, dei rapporti, delle abitudini, della gentilezza, della grinta, della volontà e capacità di stare insieme di chi vi abita.
E cosa possiamo fare noi? Noi possiamo scrivere, aiutare a raccontare Pavona, mettere su carta informazioni, appunti, notizie, esperienze e storie di chi la vive, di chi la fa.
Pavona.info è la nostra e vostra finestra (anche se virtuale) che si apre e sceglie di mettersi in gioco.