In questo tempo di preparazione per la Santa Pasqua, è interessante conoscere meglio il dietro le quinte di una delle rappresentazioni più forti e significative della città di Pavona. La Via Crucis vivente è diventato da circa 27 anni, un appuntamento annuale importante. La prima rappresentazione fu voluta fortemente da don Luigi, nel lontano 1988, insieme a molti parrocchiani sempre attivi nella vita comunitaria, come Silvana Tomò e Peppino Tomò che ne furono i promotori, sostenuti da molti altri. Inizialmente, la Via Crucis era molto breve: si procedeva dalla vecchia tenuta Riccione, girando per la via Leonardo da Vinci e infine, si risaliva verso Sant’Eugenio I Papa. Era anche molto ristretta in termini di partecipazione (gli unici personaggi erano Gesù e il popolo), e in termini economici (il budget di affitto per i costumi era notevolmente ridotto). Da don Luigi in poi, tutti i sacerdoti che si sono succeduti nella parrocchia di Sant’Eugenio I Papa hanno preservato e perseverato la tradizione della via Crucis vivente, che ha subito trasformazioni, rivisitazioni e aggiunte, ma è sempre rimasto saldo lo spirito di preghiera e comunità.
Nel corso del tempo, la processione ha visto il coinvolgimento dell’altra parrocchia di Pavona, San Giuseppe, per dare testimonianza alla popolazione di unità e comunione, in questo modo anche i parrocchiani di San Giuseppe hanno cominciato a prendere parte all’evento, sono aumentate le stazioni e le scene del Vangelo rappresentate e, con loro, i personaggi coinvolti: i soldati, i centurioni, gli apostoli, le pie donne, Pilato… Sono diventati fondamentali per la rappresentazione e per il coinvolgimento dell’intera popolazione. Purtroppo, i fondi economici non sono sempre stati sufficienti a sostenere le spese necessarie, così l’eccessivo costo dell’affitto dei costumi è stato momento di dimostrazione di tenacia da parte di chi ha sempre speso tempo, cuore e corpo in questo. Gli odierni costumi, infatti, sono stati realizzati completamente a mano da Silvana Tomò, Mariella Francini e altri parrocchiani sempre pronti a mettersi in gioco, convinti che ciò che conta di più non è la forma, ma il messaggio trasmesso.
Ma veniamo alle ultime novità. La rappresentazione inizierà alle 20:30 del 25 marzo nel piazzale della chiesa San Giuseppe, con la scena dell’ultima cena, ma quest’anno anche i soldati parteciperanno alla scena, seppur in disparte. Infatti, nel parco Gragnola, di fianco alla chiesa sarà ambientato l’accampamento dei soldati e dei centurioni, in modo tale che anche loro potranno assistere. Inoltre, il principale Vangelo utilizzato è, chiaramente, quello di Giovanni, ma in questa Pasqua troveremo un’aggiunta: il Vangelo di Matteo 27, 19. La scena è quella nota a tutti come il sogno di Santa Procula, la moglie di Pilato che cercò di convincere il marito a non condannare a morte Gesù, perché un angelo in sogno le aveva rivelato che era davvero il figlio di Dio. Ultima novità, ma non meno importante, è strettamente legata al periodo storico che stiamo vivendo. Nell’anno del Giubileo straordinario della Misericordia, ogni preghiera recitata durante la processione sarà incentrata su questo tema, in più terminata la Via Crucis, il momento di preghiera continuerà all’interno della Chiesa, dove saranno disponibili i sacerdoti per le confessioni e si potranno vedere proiezioni di immagini di attualità: l’apertura delle Porte Sante, gli sbarchi di immigrati, i fatti sanguinosi di Parigi e molte altre, perché il messaggio di speranza della Resurrezione possa aiutare a continuare ad avere fede anche nei momenti più bui.
Irene Villani