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Portale di informazione e cultura della comunità di Pavona

Chi questa mattina ha preso il treno ha visto purtroppo nuovi atti vandalici sul binario 2, commessi dai soliti noti. I volontari del Comitato di Quartiere insieme ai cittadini cancelleranno tutto appena possibile, ma ci piacerebbe comunque capirne la ragione.

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Se lo scopo è andare CONTRO il sistema, come gesto fine a se stesso, il muro legale sarà sempre un "nemico", ma se lo scopo ultimo è CAMBIARE il sistema, allora qualunque passo nella direzione di un miglioramento, anche legale, può essere ben accetto. Nella diatriba tra muri legali e illegali mi sembra che a farne le spese sia solo la comunità che non può fruire di quegli spazi che regalano arte gratuitamente, spesso in zone disagiate. 

Occorre superare la fase del graffitismo illegale, è il momento di strade alternative in grado di contenere l'aspetto vandalico degli eccessi del writing, convertendolo in qualcosa di più costruttivo e nel rispetto del decoro della città. I muri legali, inoltre, permettono di elaborare lavori artistici più ambiziosi, che necessitano di un tempo maggiore e che incidono sull'ambiente circostante ben oltre la piccola porzione di muro che si può conquistare nell’illegalità. 
Il progetto Pavona si inserisce in un discorso più ampio di riqualificazione della rete ferroviaria. La stazione sarebbe stata in ogni caso rimbiancata dalle istituzioni, perdendo comunque le precedenti tag... Questa tela bianca era da consegnare agli artisti che hanno messo a disposizione tempo e capacità proprie GRATUITAMENTE per creare arte. La finalità non è stata puramente estetica e rivolta alla riqualificazione degli spazi: l'intento primario per gli organizzatori, era far partecipare la gente comune, chi se la sentiva di esprimersi artisticamente qualunque fosse la sua preparazione professionale. Quindi non solo nomi conosciuti hanno preso i colori in mano! Questo per far riappropriare la gente del quartiere (e non) dei propri spazi e in generale della propria città. Insomma l'intento del progetto stazioni non era sottomettersi al sistema ma regalare bellezza alla gente comune, proprio in spazi istituzionali dove il sistema aveva fallito non garantendo più decoro... ed è proprio questa gente comune, il pendolare, il bambino che va a scuola, la signora che prende il treno, a risultare sconfitta in questa lotta tra civiltà e inciviltà. Spiegatelo voi a una mamma col figlio che il fine di quest'arte non è la gente comune, il pubblico, insomma che non sono loro... del resto la filosofia che muove la mano di chi ha sfregiato le opere della stazione, è "l'arte non ci serve".

Non so chi tu sia, ma forse ne hai bisogno più degli altri. 

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